
“La riattivazione
del sistema dei Navigli, voluta dai cittadini milanesi all’esito del referendum
del giugno 2011, è una grande opportunità, non solo per il Comune di Milano, ma
per l’intera Regione Lombardia, sia sotto il profilo storico, che paesaggistico
e ambientale.
Il Comune di
Milano ha previsto nel suo Piano del territorio l’avvio di uno studio che
verifichi e determini le condizioni che consentono la riapertura della rete dei
Navigli della città, ripristinandone uso e navigabilità. Un progetto che non
può non essere pensato oltre i confini della città, con l’obiettivo di
riqualificare e recuperare il sistema idrico milanese e regionale dal Ticino
all’Adda.
La Regione non
potrà non accompagnare il Comune di Milano in questo progetto, mettendo in
campo risorse e competenze, consentendo di proseguire nell’iter avviato con la
riqualificazione della Darsena che ridarà a Milano il suo Porto storico,
valorizzandone la funzione anche nella prospettiva dei Navigli recuperati e
navigabili”.

Non diverse le
scelte del M5S, il
movimento sarà di certo ben rappresentato nel Consiglio regionale e si può
pertanto dire che nella prossima legislatura vi sarà in Lombardia una
maggioranza trasversale di eletti favorevole alla riapertura, dando così
seguito alla mozione n. 247 del gennaio 2012.
Visto che fra
due anni la città ospiterà l’Esposizione universale, restiamo quindi in attesa
che al più presto vengano prese le decisioni operative conseguenti, ricordando
anche che l’Unione Europea caldeggia da tempo la rinascita del Sistema
lombardo dei Navigli e delle acque naturali, con particolare
attenzione alla navigabilità, già prevista nell’Ottocento e ai tempi nostri
studiata e promossa dall’Associazione Amici dei Navigli.
Fra la prima immagine in alto, che risale al 1835, e la seconda, di nemmeno un secolo fa, le differenze, nonostante i bombardamenti sulla Ca' Granda, non sono molte e non sono poi molte nemmeno oggi. Per esempio, l'aspetto esterno del palazzo che intravvediamo all'estrema destra del quadro è ancora quello anche se ne è mutato l'uso interno.