“
Se a Milano ci fosse il mare”: era il 1995 quando con questo titolo uscì un albo a fumetti di poche
pagine, ma gratuito, che aveva come protagonista l’avventuroso “professore”
Martin Mystère, personaggio popolarissimo anche fuori d’Italia. Ideato nell’ormai
lontano 1982 da Alfredo Castelli e pubblicato nell’omonima serie dalla Sergio
Bonelli editore, il suo successo dura tuttora e Castelli continua ad esserne lo
sceneggiatore, sempre meticoloso nei riferimenti culturali e
territoriali. La suggestiva copertina (come le due seguenti) era opera di Lucio
Filippucci e le tavole di Rodolfo Torti: l’albetto uscì su impulso dell’architetto
Empio Malara, noto “navigliologo”, fondatore dell’Associazione Amici dei
Navigli e da sempre sostenitore della riapertura della Conca di
Viarenna/Naviglio del Vallone.
Nel 2001 fu la volta di “In viaggio sui Navigli”, in occasione della mostra omonima, che illustrava
le possibilità di navigazione da Locarno a Venezia via Navigli milanesi. La
copertina riproduce l’affascinante “Scala d’acque” pavese, un ingegnoso sistema
idrico lasciato oggi decadere e che aspetta la sua rinascita: il piccolo albo
venne allegato al normale numero in edicola nelle copie distribuite nelle
province toccate dai Navigli. In questo caso la storia è incentrata sui segreti
del Naviglio Pavese nonchè sulla figura di Giuseppe Meda, pittore, architetto e
combattivo ingegnere idraulico, morto in povertà nel 1599, dopo essere passato
anche per il carcere.
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A cavallo fra 2011 e 2012 è infine uscito un
albetto dedicato
alle Cinque Giornate: “Il Naviglio battagliero”, disegnato da Alfredo Orlandi, in cui si narra la “battaglia
navale” di una sessantina di milanesi che nella notte del 21 marzo, mentre si
formava il governo provvisorio, giunsero in barca solcando il Naviglio di Santa
Sofia per conquistare il convento di tal nome e poi il Collegio militare di S.
Luca (oggi scuola militare “Teulié”), arresosi nel pomeriggio successivo. Molti
allievi poi presero parte ai moti. La storia di questo albo immagina un “futuro
mancato”, in cui Milano è tuttora in mano austriaca. Vi furono altre “battaglie del Naviglio” nel ‘48, di cui
probabilmente una sul Naviglietto di Porta Tosa, mentre il 19 marzo altri
insorti (all’angolo fra via Marcona, che portava all’osteria omonima, e l’attuale
viale Premuda) si rifugiarono nei campi circostanti, bloccarono le acque della
roggia Gerenzana facendo del suo letto una trincea da cui controllare le mura.
Nel fumetto, in parte parlato in milanese, appaiono anche le piccole
mongolfiere che in favore di vento vennero usate per inviare messaggi alle
campagne.
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Tempo fa poi trovammo in rete un disegno, che ora non si
riesce più a recuperare e di cui quindi non abbiamo le coordinate, che decenni
dopo i fatti descrisse un altro scontro in cui le barche ebbero una funzione:
fu nel 1853, durante la meno raccontata e studiata delle insurrezioni milanesi,
tentata da ambienti mazziniani forse vicini a Felice Orsini. Gli insorti,
soprattutto operai, si scontrarono con polizia e soldati sciamando per la città
in mille scaramucce, nella speranza che il popolo collaborasse: i mazziniani di
Milano, però, erano in maggioranza ostili all’ideologia socialista dei
rivoltosi e assistettero inerti alla battaglia, che non fu incruenta tanto che
dieci soldati austriaci persero la vita. Gli arrestati furono ben 895 e sedici
di loro, quasi tutti proletari, vennero giustiziati. L’immagine rappresenta uno
di questi scontri, avvenuto al Laghetto dell’Ospedale.
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L’editore Bonelli aveva già prima del ‘95 dato alle stampe
un piccolo albo gratuito, riservato ai partecipanti alla Comiconvention Milano ‘93,
contenente un insolito “quiz di ambientazione milanese”. Esistono inoltre
storie lunghe di M.M. sulla nostra città
fra
cui una sui Magi, le cui presunte spoglie vennero sottratte da Sant’Eustorgio
su ordine del Barbarossa dopo che egli l’ebbe distrutta. Un’altra
descrive, ancor prima che venissero esplorati a fondo, i sotterranei del
Castello ai quali, a giudicare dalle lettere che inviò al Moro, Leonardo
potrebbe davvero aver messo mano, non come nei Navigli che poté solo ammirare e
studiare, con interessanti osservazioni, dato che la Conca di Varenna era stata
costruita 14 anni prima della sua nascita da Filippino degli Organi, ingegnere
che operò anche al Duomo!
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Ma quello che ci ha colpito è che, con lo stesso titolo dell’albo
citato in apertura ma con l’esclamativo in più, nel primo quarto del ‘900 venne
stampata una serie di cartoline (le si trova in vendita su
ebay) che mostravano quanto belle sarebbero state le
acque in città là dove non c’erano, dal Castello al Duomo e alla Scala, e ciò
appunto prima della copertura della Cerchia! Le mostriamo qui con l’avvertenza
che la cartolina con i barcaioli in Galleria è successiva di qualche anno e
probabilmente posteriore al misfatto: come dire “voi ce li avete coperti e noi
li mostriamo anche dove non è possibile!”. Questa “voglia di mare”, atavica e
sentita, è stata poi materializzata anche in uno spot televisivo di un decennio
fa che vedeva le acque scorrere gioiose in quel medesimo luogo. Forse la stessa
speranza che ha spinto Alfredo Castelli nell’ideare e far circolare i suoi “albetti”,
nel primo dei quali ha raffigurato in modo paradossale i rischi connessi all’incuria
della falda freatica, che talora spinge l’acqua in superficie, anche allagando
le gallerie del Metrò, ma che in certi luoghi della città potrebbe anche
abbassarsi e causare cedimenti del suolo come secondo alcuni è già avvenuto nel
Centro storico: il disegnatore mostra piazza del Duomo invasa dalla sabbia che
risulterebbe dal disseccamento del terreno argilloso su cui poggia Milano.
Quello degli “scherzi” della falda freatica è un argomento su cui dovremo
tornare, collegandolo alla dissennata politica delle acque urbane, in
particolare alla tragicomica vicenda del canale navigabile Milano-Cremona-Po la
cui costruzione appare e scompare in modo alterno dai primi anni del Novecento.
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Il Duomo in una catastrofica fantasia (immagine rielaborata da noi) |
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Qui sopra la Conca dell'Incoronata, dove oggi manca solo l'acqua |
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