giovedì 24 gennaio 2013

Milano acquatica: sogno o provocazione?



 Se a Milano ci fosse il mare”: era il 1995 quando con questo titolo uscì un albo a fumetti di poche pagine, ma gratuito, che aveva come protagonista l’avventuroso “professore” Martin Mystère, personaggio popolarissimo anche fuori d’Italia. Ideato nell’ormai lontano 1982 da Alfredo Castelli e pubblicato nell’omonima serie dalla Sergio Bonelli editore, il suo successo dura tuttora e Castelli continua ad esserne lo sceneggiatore, sempre meticoloso nei riferimenti culturali e territoriali. La suggestiva copertina (come le due seguenti) era opera di Lucio Filippucci e le tavole di Rodolfo Torti: l’albetto uscì su impulso dell’architetto Empio Malara, noto “navigliologo”, fondatore dell’Associazione Amici dei Navigli e da sempre sostenitore della riapertura della Conca di Viarenna/Naviglio del Vallone. 
Nel 2001 fu la volta di “In viaggio sui Navigli”, in occasione della mostra omonima, che illustrava le possibilità di navigazione da Locarno a Venezia via Navigli milanesi. La copertina riproduce l’affascinante “Scala d’acque” pavese, un ingegnoso sistema idrico lasciato oggi decadere e che aspetta la sua rinascita: il piccolo albo venne allegato al normale numero in edicola nelle copie distribuite nelle province toccate dai Navigli. In questo caso la storia è incentrata sui segreti del Naviglio Pavese nonchè sulla figura di Giuseppe Meda, pittore, architetto e combattivo ingegnere idraulico, morto in povertà nel 1599, dopo essere passato anche per il carcere. 
A cavallo fra 2011 e 2012 è infine uscito un albetto dedicato alle Cinque Giornate: “Il Naviglio battagliero”, disegnato da Alfredo Orlandi, in cui si narra la “battaglia navale” di una sessantina di milanesi che nella notte del 21 marzo, mentre si formava il governo provvisorio, giunsero in barca solcando il Naviglio di Santa Sofia per conquistare il convento di tal nome e poi il Collegio militare di S. Luca (oggi scuola militare “Teulié”), arresosi nel pomeriggio successivo. Molti allievi poi presero parte ai moti. La storia di questo albo immagina un “futuro mancato”, in cui Milano è tuttora in mano austriaca. Vi furono altre “battaglie del Naviglio” nel ‘48, di cui probabilmente una sul Naviglietto di Porta Tosa, mentre il 19 marzo altri insorti (all’angolo fra via Marcona, che portava all’osteria omonima, e l’attuale viale Premuda) si rifugiarono nei campi circostanti, bloccarono le acque della roggia Gerenzana facendo del suo letto una trincea da cui controllare le mura. Nel fumetto, in parte parlato in milanese, appaiono anche le piccole mongolfiere che in favore di vento vennero usate per inviare messaggi alle campagne.
Tempo fa poi trovammo in rete un disegno, che ora non si riesce più a recuperare e di cui quindi non abbiamo le coordinate, che decenni dopo i fatti descrisse un altro scontro in cui le barche ebbero una funzione: fu nel 1853, durante la meno raccontata e studiata delle insurrezioni milanesi, tentata da ambienti mazziniani forse vicini a Felice Orsini. Gli insorti, soprattutto operai, si scontrarono con polizia e soldati sciamando per la città in mille scaramucce, nella speranza che il popolo collaborasse: i mazziniani di Milano, però, erano in maggioranza ostili all’ideologia socialista dei rivoltosi e assistettero inerti alla battaglia, che non fu incruenta tanto che dieci soldati austriaci persero la vita. Gli arrestati furono ben 895 e sedici di loro, quasi tutti proletari, vennero giustiziati. L’immagine rappresenta uno di questi scontri, avvenuto al Laghetto dell’Ospedale.
L’editore Bonelli aveva già prima del ‘95 dato alle stampe un piccolo albo gratuito, riservato ai partecipanti alla Comiconvention Milano ‘93, contenente un insolito “quiz di ambientazione milanese”. Esistono inoltre storie lunghe di M.M. sulla nostra città fra cui una sui Magi, le cui presunte spoglie vennero sottratte da Sant’Eustorgio su ordine del Barbarossa dopo che egli l’ebbe distrutta.  Un’altra  descrive, ancor prima che venissero esplorati a fondo, i sotterranei del Castello ai quali, a giudicare dalle lettere che inviò al Moro, Leonardo potrebbe davvero aver messo mano, non come nei Navigli che poté solo ammirare e studiare, con interessanti osservazioni, dato che la Conca di Varenna era stata costruita 14 anni prima della sua nascita da Filippino degli Organi, ingegnere che operò anche al Duomo!
Ma quello che ci ha colpito è che, con lo stesso titolo dell’albo citato in apertura ma con l’esclamativo in più, nel primo quarto del ‘900 venne stampata una serie di cartoline (le si trova in vendita su ebay) che mostravano quanto belle sarebbero state le acque in città là dove non c’erano, dal Castello al Duomo e alla Scala, e ciò appunto prima della copertura della Cerchia! Le mostriamo qui con l’avvertenza che la cartolina con i barcaioli in Galleria è successiva di qualche anno e probabilmente posteriore al misfatto: come dire “voi ce li avete coperti e noi li mostriamo anche dove non è possibile!”. Questa “voglia di mare”, atavica e sentita, è stata poi materializzata anche in uno spot televisivo di un decennio fa che vedeva le acque scorrere gioiose in quel medesimo luogo. Forse la stessa speranza che ha spinto Alfredo Castelli nell’ideare e far circolare i suoi “albetti”, nel primo dei quali ha raffigurato in modo paradossale i rischi connessi all’incuria della falda freatica, che talora spinge l’acqua in superficie, anche allagando le gallerie del Metrò, ma che in certi luoghi della città potrebbe anche abbassarsi e causare cedimenti del suolo come secondo alcuni è già avvenuto nel Centro storico: il disegnatore mostra piazza del Duomo invasa dalla sabbia che risulterebbe dal disseccamento del terreno argilloso su cui poggia Milano. Quello degli “scherzi” della falda freatica è un argomento su cui dovremo tornare, collegandolo alla dissennata politica delle acque urbane, in particolare alla tragicomica vicenda del canale navigabile Milano-Cremona-Po la cui costruzione appare e scompare in modo alterno dai primi anni del Novecento.

Il Duomo in una catastrofica fantasia (immagine rielaborata da noi)
Qui sopra la Conca dell'Incoronata, dove oggi manca solo l'acqua

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